Lila Catania avvisa che il servizio di Help Line a partire da lunedì 18 marzo 2019 seguirà il seguente calendario settimanale:
Lunedì dalle 17.00 alle 19.00
martedì dalle 10.00 alle 12.00
venerdì dalle 17.00 alle 19.00
by Lila Catania
by Lila Catania
Salute e benessere psico-sociale dei rifugiati e richiedenti asilo: i dati di un anno di attività
Venerdì 7 dicembre alle ore 9,00 p.v., presso l’aula Magna del Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali dell’Università degli Studi di Catania, si svolgerà il convegno finale del Progetto “Pro-Access– Improve access to sexual and reproductive health services for refugees and asylum seekers victims of SGBV ”, gestito da LILA Catania (Lega Italiana Lotta con l’AIDS) e con il supporto dell’Agenzia ONU per i Rifugiati (UNHCR).
Il progetto, avviato nel mese di settembre del 2017, ha avuto come obiettivo la promozione dei servizi relativi alla salute sessuale e riproduttiva delle persone migranti, rifugiate/rifugiati e richiedenti asilo, con un focus particolare sui sopravvissuti di violenza sessuale e di genere.
Le attività svolte da un team multidisciplinare (medica/o, psicologa/o, assistente sociale e mediatore/mediatrice culturale) sono state: assistenza medica, mediazione culturale, assistenza e supporto psicologico, assistenza sociale, identificazione e sostegno delle vittime di tortura e di violenza, accompagnamento ai servizi, somministrazione di test salivari HIV e HCV e di test di gravidanza e distribuzione di condom maschile e femminile.
Nel corso di un anno e mezzo di lavoro, sono state visitate circa 80 strutture di accoglienza della provincia di Catania, Ragusa e Siracusa e CARA di Mineo, incontrati più di mille rifugiati/richiedenti asilo e somministrati più di 2.000 test salivari.
Durante il convegno finale del 7 dicembre, dal titolo “ Salute e benessere psico-sociale dei rifugiati e richiedenti asilo sopravvissuti alle violenze sessuali e di genere”, saranno comunicati e discussi la metodologia operativa e i risultati ottenuti.
by Lila Catania
Questi i numeri dei biglietti estratti durante LilaBatte 2018
1° premio biglietto n. 1564 Huawei P20 lite
2° premio biglietto n. 1460 Bici Atala
3° premio biglietto n. 1461 Cesto cibi bio
4° premio biglietto n. 2935 Yogurtiera
5° premio biglietto n 2248 Piastra capelli
6° premio biglietto n. 1527 Casse acustiche
7° premio biglietto n. 3148 Supporto cellulare
8° premio biglietto n. 0030 Casse acustiche
9° premio biglietto n. 0628 Cover I Pad
10° premio biglietto n. 0741 Casse acustiche
11° premio biglietto n. 1609 Cover Tablet
12° premio biglietto n. 0848 Casse acustiche piccole
13° premio biglietto n. 1945 Casse acustiche piccole
by Lila Catania
by Lila Catania
Domenica 2 dicembre alle ore 18.00, il Mercure Hotel ospiterà anche quest’anno la tradizionale ASTA per la raccolta fondi a sostegno delle attività di Lila Catania.
Lila Catania da oltre 25 anni opera sul territorio locale e regionale grazie all’impegno dei volontari e delle volontarie Lila informando, lottando per i diritti delle persone che vivono con HIV e promuovendo campagne informative e di prevenzione per ridurre la diffusione delle infezioni a trasmissione sessuale e per ridurre lo stigma ad esse legato.
Fra le altre attività. la LILA di Catania, attraverso il Progetto Susy Costanzo – Diamo vite all’Africa sostiene le attività dell’Ospedale Luisa Guidotti a Mutoko in Zimbabwe
Anche quest’anno l’asta sarà condotta da un battitore della casa d’aste Christie’s, la più grande casa d’aste al mondo.
Parte di Lila Batte sono due sorteggi che avverranno durante l’asta. Uno è collegato alla vendita di biglietti, già partita e che avrà 15 premi: il primo è uno SmartPhone, il secondo una bicicletta e il terzo un cesto di prodotti biologici. Al secondo parteciperanno le persone che saranno in sala alla fine dell’asta.
Per avere l’opportunità di vincere uno dei 15 premi messi in palio basta acquistare un biglietto del sorteggio.
Guarda gli oggetti messi all’asta.
by Lila Catania
In occasione della Settimana Europea del Test Hiv dal 23 al 30 novembre, nel mese di novembre e solo per questo mese, il solito appuntamento con il test rapido salivare per l’Hiv sarà doppio.
Giovedì 15 novembre
dalle 18.00 alle 20.00
Sabato 24 novembre
dalle 16.00 alle 19.00
il nostro team vi aspetta presso la nostra sede di via Finocchiaro Aprile 160 (entrata da via Gabriello Carnazza, 10)
Non occorrono appuntamento o prenotazione.
Si accederà al test dopo un colloquio preliminare con un counselor.
Ricordiamo che è necessario non mangiare, bere o fumare nella mezz’ora precedente l’esecuzione del test.
Per informazioni telefonare al 095-551017 lunedì, mercoledì e venerdì dalle 17,00 alle 19,00, il martedì e il giovedì dalle 10,00 alle 12,00 o scrivere una mail a lilacatania@gmail.com
by Lila Catania
Durante l’anno scolastico 2017–18, è stata avviata la prima edizione del “Premio – Perla Mirasole”, rivolto agli studenti e alle studentesse delle scuole secondarie di secondo grado della provincia di Catania.
Il premio, dedicato a Perla Mirasole, insegnante di Lettere nelle scuole secondarie di secondo grado, volontaria LILA, è stato indetto da LILA – Catania e dal Liceo Scientifico Enrico Boggio Lera di Catania.
Ogni anno, verranno premiati i migliori elaborati (un testo letterario, un testo argomentativo, un testo giornalistico, un testo multimediale) presentati dagli studenti su una specifica tematica proposta. I vincitori riceveranno, ognuno, un premio di 200,00 euro in buoni libro.
Il tema proposto quest’anno è il seguente:
“Nella società odierna, l’incontro con “l’altro” pone, in modo pressante, il tema dell’alterità come banco di prova delle democrazie occidentali. Paure, pregiudizi, diffidenza condizionano il giudizio e pesano sul modo di interagire con chi è “diverso” perché portatore di differenti, complesse identità e situazioni”.
Sponsor unico del premio è Cinestudio Catania (Cinema King, Arena Argentina) che devolve ogni anno il ricavato di due proiezioni.
Il primo film scelto, che verrà proiettato il prossimo 13 settembre alla Arena Argentina, è: Segreti e bugie di Mike Leigh (Gran Bretagna, 1996).
Il segreto di Segreti e bugie è quello di saper rovesciare gli stereotipi (come, ad esempio, quello del confronto tra i relativi livelli di benessere – nell’accezione più ampia del termine – di bianchi e neri risolto nettamente a favore dei secondi) e di saper parlare con chiarezza, senza scadere nel didascalico, delle molteplici cause di crisi dell’istituto della famiglia nella nostra società.
Il nucleo dolente è, evidentemente, il rapporto tra genitori e figli: figli che arrivano troppo presto nella vita dei protagonisti (come nel caso di Cynthia), che non arrivano mai (Monica e Maurice), che tornano nei momenti meno opportuni (Hortense) o che, al contrario, vorrebbero andare via per sempre (Roxanne).
Il ventaglio delle possibilità, pur essendo ampio, contempla solo gli estremi: come nel caso di Cynthia che, nella sequenza in cui “riconosce” Hortense dopo aver escluso categoricamente la possibilità di un legame di sangue, addirittura mostra di aver dimenticato (rimosso) la persona e l’occasione (una violenza sessuale) del concepimento, o, al contrario, come in quello di Monica, sterile eppure condannata dal proprio corpo, ad ogni mestruazione, a ricordarsi dolorosamente di essere capace di concepire, ma soltanto in teoria.
Dall’altro lato si scontrano due immagini filiali altrettanto opposte: da un lato Roxanne che, come la maggior parte dei figli, sa solo guardare ai lati negativi dei genitori e che, nel rapporto con Cynthia, riversa le proprie frustrazioni, dall’altro Hortense, figlia adottiva che, dopo la morte dei genitori putativi (paradossalmente “più adatti” ad accoglierla di quanto non fosse Cynthia perché di colore come lei), sente la necessità di conoscere le proprie origini biologiche, andando incontro al rischio di scontrarsi – come poi avviene in effetti – con una realtà molto lontana da quanto avrebbe potuto immaginare.
Con la sua pelle nera, il suo garbo e la sua gentilezza, la sua normalità (anche e soprattutto dal punto di vista fisico, in confronto agli altri personaggi, tutti connotati da tic, ossessioni, fisionomie strambe o eccessive), Hortense rappresenta il cosiddetto “ritorno del rimosso”. Concretamente e coerentemente con il suo status di figlia illegittima non riconosciuta e successivamente adottata, ovvero in quanto frutto di un “errore” di gioventù che è stato nascosto e si è voluto occultare, dimenticare, ma anche come ritorno, come venire nuovamente a galla di sentimenti, relazioni, affetti messi a tacere o, più banalmente, ignorati più per abitudine che non per malvagità.
Paradossale, dunque, che proprio lei, disconosciuta e adottata, “figlia del peccato”, sia la più “normale” e, in fondo, la più forte rispetto a tutti gli altri personaggi e che proprio a lei tocchi il compito di riportare alla luce una serie di emozioni accantonate, di far scoppiare il dramma che poi, fortunatamente, si risolverà positivamente.
by Lila Catania
Da molti giorni 171 donne, bambini e uomini, fuggiti dalla miseria, dalla guerra e dai lager libici dove hanno subito le violenze dei trafficanti di esseri umani, si trovano sulla nave della Guardia Costiera italiana Diciotti.
È inaccettabile la scelta del Governo italiano, e in particolare del Ministro dell’Interno Matteo Salvini, di impedire lo sbarco nel territorio italiano delle 171 persone stremate e in precarie condizioni di salute.
Nessun obiettivo politico del Governo può giustificare l’utilizzo di centinaia di vite umane come arma di ricatto, considerate carne da macello, non vite e speranze ma numeri da distribuire o respingere.
Catania è città di solidarietà e accoglienza e vogliamo che il nostro porto sia immediatamente aperto e che le autorità lascino sbarcare le 171 persone dalla nave Diciotti.
Nessuna donna e nessun uomo è illegale. Restiamo umani.
Primi firmatari:
Femministorie, Lila-CT, I Siciliani giovani, Orione, Welcome to Europe, COPE, Restiamo Umani, Rete Antirazzista catanese, Cobas, Catania Bene Comune, Comitato No Muos-No Sigonella, La Città felice, Ragna-tela, Sunia Catania, Emergency gruppo territoriale di Catania; Libera-Ct, Associazioni Nomi e numeri contro le mafie, Pax Christi-Ct……….
Luciano Nigro, Giuseppina Guarnera, Sara Crescimone Messina, Sonia Guttà, Elena Majorana, Giovanni Caruso, Marica Longo, Daniela Di Dio, Giusi Pedalino, Nino Longhitano, Silvia Palermo, Davide Carnemolla, Massimo Mingrino, Gianluca Scerri, Paolo G. Caponetto, Elisabetta Vinci, Lucia Borghi, Armando Rossitto, Teresa Modafferi, Alfonso Di Stefano, Nino De Cristofaro, Matteo Iannitti, Nello Papandrea, Valeria Giuffrida, Maria Grazia Di Benedetto, Brunilde Zisa, Agata Ronsivalle, Santina Sconza, Lucia Sciacca, Giusy Clarke Vanadia, Giuliana Grasso, Domenico Stimolo,Renato Camarda, Sara Fagone…
by Lila Catania
Le associazioni, le cittadine e i cittadini firmatari del presente comunicato chiedono al sindaco di Catania Salvo Pogliese di revocare l’ordinanza 89 del 4 luglio scorso, laddove prevede “il divieto di bivaccare specie nelle aree del centro cittadino, anche per l’intera notte, all’aperto, con sedute e ricoveri di fortuna……utilizzando oggetti di varia natura, come cartoni, coperte, scatoloni, materassi…” imponendo a chi viola l’ordinanza multe che vanno da 50 a 300 euro.
Viviamo in un oscuro periodo, caratterizzato da linguaggi di odio e da atti apertamente razzisti, la chiusura dei porti italiani alle navi delle ONG è l’ennesimo atto di ostilità contro donne uomini e bambini in fuga da fame e guerre, ostilità che spesso causa la morte in mare o il ritorno forzato ai centri di tortura e detenzione in Libia.
L’ordinanza 89 emanata dal sindaco Pogliese lo scorso 4 luglio si inserisce in questo clima di intolleranza contro le donne e gli uomini, italiani o stranieri, più poveri della nostra società. Non si può, infatti, affrontare il disagio sociale di una grande fascia di cittadini e cittadine come problema di ordine pubblico o di decoro urbano. Catania è una città che negli ultimi anni ha visto aggravarsi le situazioni di povertà assoluta, con la crescita del disagio sociale ed economico. Parliamo di donne e uomini che vivono senza una casa, senza un lavoro e un minimo sostentamento economico, spesso senza cibo e senza assistenza sanitaria, senza quindi i più elementari diritti umani.
Noi pensiamo che sia dovere del Sindaco di Catania farsi carico dell’apertura di nuovi Centri di Accoglienza per le italiane e gli italiani, per le straniere e gli stranieri che vivono in condizioni di estrema povertà, in modo da garantire un rifugio per la notte, l’utilizzo dei servizi igienici ed un pasto caldo.
Per questo chiediamo la revoca dell’ordinanza 89 e l’attuazione di una politica di accoglienza e inserimento sociale anziché una politica di esclusione e accanimento verso le fasce più deboli della nostra città.
Informiamo inoltre che il prossimo martedì 17 luglio, alle ore 11,00 presso la sede di Libera-Catania in via Grasso Finocchiaro 112 a Catania, le sottoscritte associazioni terranno una conferenza stampa per spiegare le ragioni della richiesta e annunciare le prossime iniziative contro il razzismo e per la difesa dei diritti delle donne e degli uomini più vulnerabili.
Primi firmatari
EMERGENCY GRUPPO TERRITORIALE DI CATANIA, LIBERA CATANIA, C.O.P.E., RETE ANTIRAZZISTA CATANIA, PUNTO PACE PAX CHRISTI CATANIA, A.N.P.I. PROV.LE CATANIA, LILA CATANIA, UDI CATANIA, MANITESE SICILIA, COBAS-SCUOLA CATANIA, RETE WELCOME TO EUROPE, SUNIA CATANIA, LA RAGNATELA, LA CITTA’ FELICE, FEMMINISTORIE
OFFICINA REBELDE, IDEE A CONFRONTO, CITTA’ INSIEME, BORDELINE SICILIA, G.I.T. BANCA ETICA SICILIA NORD EST, AGESCI ZONA ETNEA COMITATO DI ZONA, NON UNA DI MENO CATANIA, COLLETTIVO FEMMINISTA RIVOLTA PAGINA, I SICILIANI GIOVANI, CHIESA CRISTIANA EVANGELICA BATTISTA, VIA CAPUANA, CHIESA EVANGELICA VALDESE
Lucia Sciacca, Luciano Nigro, Maria Di Benedetto, Padre Gianni Notari, Francesco Patanè, Angela Giarizzo, Giuliana Grasso, Giovanna Crivelli, Matteo Iannitti, Anna Marsullo, Irina Cassaro, Sara Crescimone Messina, Giuseppe Castorina, Rosaria Costanzo, Angelo Villari, Concetta Raia, Claudio Longhitano, Giusy Milazzo, Irina Zisa, Concetto Venti, Maria Brunilde Zisa, Davide Carnemolla, Domenico Stimolo, Elio Bosco, Maria Sangiorgio, Ada Mollica, Anna Di Salvo, Maria Luisa Barcellona, Silvia Palermo, Giuseppina Guarnera, Rosario Spina, Nino Longhitano, Giusy Clarke Vanadia, Giovanni Caruso, Giuseppe Maria Andreozzi, Francesca Andreozzi, Maria Teresa Ciancio, Salvatore Blandini
by Lila Catania
Quali sono i motivi che spingono o costringono le persone che diventano vittime di tratta a spostarsi dai loro paesi? Come va trattato questo fenomeno? Cosa si può fare?
Ha cercato di dare delle risposte a queste domande la dottoressa Rosanna Paradiso, esperta in programmi anti-tratta e collaboratrice della Procura di Torino, nella giornata di approfondimento organizzata dalla nostra associazione lo scorso 19 giugno.
La guerra, la repressione da parte di regimi dittatoriali, lo stato di perseguitato per motivi religiosi, la povertà e la disoccupazione sono i principali motivi che spingono le persone a migrare; molte tra queste persone cominciano a subire violenze a partire dai loro paesi nel raggiungimento del loro scopo: emigrare per avere condizioni di vita più umane.
I dati ci dicono che la maggior parte delle persone vittime di tratta e sfruttate sessualmente che raggiungono l’Italia sono principalmente di origine nigeriana, ma non va dimenticata la presenza di vittime da altre nazioni come la Romania, l’Ucraina, la Cina o altre ancora.
Sono ragazze, donne ma anche uomini e omosessuali, questi ultimi spesso già vittime nel loro paese per il solo fatto di avere un orientamento sessuale differente da quello imposto dalla norma.
Oggetto della tratta, afferma la dottoressa Paradiso, non è solo lo sfruttamento sessuale, ma anche la questua, il lavoro forzato, i matrimoni forzati, il commercio di organi e a volte anche il lavoro domestico.
Queste persone, spesso con un livello culturale ed economico basso, non raggiungono quasi mai l’Italia con un percorso regolare o di scelta e apprendiamo, attraverso le parole della dottoressa Paradiso, che spesso sono anche vittime di credenze popolari e/o religiose nelle quali restano intrappolate.
Circostanze, come ci ha fatto notare Paradiso, che possiamo ritrovare anche nelle nostre tradizioni, basti pensare a maghi e fattucchieri che hanno approfittato e approfittano della disperazione o dell’isolamento delle persone per trarne vantaggio economico; cosi in Nigeria la suggestione, l’ignoranza e la povertà rendono possibile l’esistenza di un fenomeno misto alla criminalità che facilita a rende schiave le persone vittime di tratta.
Per le ragazze nigeriane è un rituale dal nome “juju”, che ha origini vodoo. E’ attraverso la minaccia dello juju che queste donne vengono convinte che se non estingueranno il proprio debito in denaro succederà loro qualcosa di malvagio e la maledizione inflitta dagli spiriti le colpirà inesorabilmente. Le somme in denaro chieste a queste persone sono spesso esorbitanti e le vittime non hanno quasi mai idea di quanto alta sia la richiesta che le terrà legate per un tempo indefinito.
Dall’Africa le vittime della tratta arrivano, ben nascoste, nelle nostre coste attraverso un canale aperto dalla Libia e continuano ad essere minacciate anche al loro arrivo in Europa.
Un ruolo importante in questo tipo di criminalità è attribuibile alle nuove tecnologie e ai nuovi mezzi utilizzati per comunicare (telefoni cellulari, internet); i persecutori, tra l’altro, utilizzano video con scene di torture e mutilazioni per tenere in una condizione di continua minaccia e terrore questi nuovi schiavi.
Dalla relazione di Paradiso è scaturito un dibattito e uno scambio di opinioni tra le tante persone presenti alla discussione (operatori dei centri di accoglienza, volontari di associazioni che si occupano di violenza e di tratta, avvocati, psicologi e assistenti sociali) che hanno chiesto come riconoscere i segnali che potrebbero indurre il sospetto che una persona sia vittima di questo tipo di violenza: a parte i segnali evidenti di una persona in stato di disagio quali lunghi allontanamenti dal centro e/o incapacità di intraprendere percorsi formativi, Paradiso ha sottolineato l’importanza di prestare attenzione alla frequenza nel centro di persone “troppo” interessate alle ragazze così come alla presenza di “sentinelle” ferme ad aspettarle fuori dai centri.
Paradiso ha concluso che per prevenire che le ragazze vengano inghiottite nella tratta e aiutare quelle che ne sono già vittime bisogna sempre denunciare i fatti che possono fare sospettare qualcosa di strano, annotare le vulnerabilità degli ospiti dei centri ma, soprattutto, cercare di fare rete tra gli operatori dei diversi settori anti-tratta.
Paradiso ha per questo riportato l’esperienza in Piemonte dove sono attivi dei tavoli di confronto tra gli operatori del pubblico e del privato sociale che generano una più solida e fattiva elaborazione di buone prassi per affrontare e risolvere le questioni rilevate.
E’ emersa dunque, forte, la necessità di realizzare, anche nel territorio catanese e siciliano, dei tavoli dove tutte le realtà, del pubblico e del privato sociale, che si occupano del fenomeno discutano e programmino azioni per rendere visibile il fenomeno, che supportino gli operatori del settore e che aiutino le persone sfruttate a venir fuori dalla marginalizzazione e dalla“invisibilità”, a denunciare lo sfruttamento e a iniziare un percorso di sana integrazione nel sistema.
Di sicuro il tema è molto complesso e merita ulteriori approfondimenti.
Per approfondire il tema e conoscere i risultati sul monitoraggio del progetto Piemonte in rete contro la tratta.