Segreti e bugie di Mike Leigh
13 settembre 2018, Arena Argentina
Durante l’anno scolastico 2017–18, è stata avviata la prima edizione del “Premio – Perla Mirasole”, rivolto agli studenti e alle studentesse delle scuole secondarie di secondo grado della provincia di Catania.
Il premio, dedicato a Perla Mirasole, insegnante di Lettere nelle scuole secondarie di secondo grado, volontaria LILA, è stato indetto da LILA – Catania e dal Liceo Scientifico Enrico Boggio Lera di Catania.
Ogni anno, verranno premiati i migliori elaborati (un testo letterario, un testo argomentativo, un testo giornalistico, un testo multimediale) presentati dagli studenti su una specifica tematica proposta. I vincitori riceveranno, ognuno, un premio di 200,00 euro in buoni libro.
Il tema proposto quest’anno è il seguente:
“Nella società odierna, l’incontro con “l’altro” pone, in modo pressante, il tema dell’alterità come banco di prova delle democrazie occidentali. Paure, pregiudizi, diffidenza condizionano il giudizio e pesano sul modo di interagire con chi è “diverso” perché portatore di differenti, complesse identità e situazioni”.
Sponsor unico del premio è Cinestudio Catania (Cinema King, Arena Argentina) che devolve ogni anno il ricavato di due proiezioni.
Il primo film scelto, che verrà proiettato il prossimo 13 settembre alla Arena Argentina, è: Segreti e bugie di Mike Leigh (Gran Bretagna, 1996).
Il segreto di Segreti e bugie è quello di saper rovesciare gli stereotipi (come, ad esempio, quello del confronto tra i relativi livelli di benessere – nell’accezione più ampia del termine – di bianchi e neri risolto nettamente a favore dei secondi) e di saper parlare con chiarezza, senza scadere nel didascalico, delle molteplici cause di crisi dell’istituto della famiglia nella nostra società.
Il nucleo dolente è, evidentemente, il rapporto tra genitori e figli: figli che arrivano troppo presto nella vita dei protagonisti (come nel caso di Cynthia), che non arrivano mai (Monica e Maurice), che tornano nei momenti meno opportuni (Hortense) o che, al contrario, vorrebbero andare via per sempre (Roxanne).
Il ventaglio delle possibilità, pur essendo ampio, contempla solo gli estremi: come nel caso di Cynthia che, nella sequenza in cui “riconosce” Hortense dopo aver escluso categoricamente la possibilità di un legame di sangue, addirittura mostra di aver dimenticato (rimosso) la persona e l’occasione (una violenza sessuale) del concepimento, o, al contrario, come in quello di Monica, sterile eppure condannata dal proprio corpo, ad ogni mestruazione, a ricordarsi dolorosamente di essere capace di concepire, ma soltanto in teoria.
Dall’altro lato si scontrano due immagini filiali altrettanto opposte: da un lato Roxanne che, come la maggior parte dei figli, sa solo guardare ai lati negativi dei genitori e che, nel rapporto con Cynthia, riversa le proprie frustrazioni, dall’altro Hortense, figlia adottiva che, dopo la morte dei genitori putativi (paradossalmente “più adatti” ad accoglierla di quanto non fosse Cynthia perché di colore come lei), sente la necessità di conoscere le proprie origini biologiche, andando incontro al rischio di scontrarsi – come poi avviene in effetti – con una realtà molto lontana da quanto avrebbe potuto immaginare.
Con la sua pelle nera, il suo garbo e la sua gentilezza, la sua normalità (anche e soprattutto dal punto di vista fisico, in confronto agli altri personaggi, tutti connotati da tic, ossessioni, fisionomie strambe o eccessive), Hortense rappresenta il cosiddetto “ritorno del rimosso”. Concretamente e coerentemente con il suo status di figlia illegittima non riconosciuta e successivamente adottata, ovvero in quanto frutto di un “errore” di gioventù che è stato nascosto e si è voluto occultare, dimenticare, ma anche come ritorno, come venire nuovamente a galla di sentimenti, relazioni, affetti messi a tacere o, più banalmente, ignorati più per abitudine che non per malvagità.
Paradossale, dunque, che proprio lei, disconosciuta e adottata, “figlia del peccato”, sia la più “normale” e, in fondo, la più forte rispetto a tutti gli altri personaggi e che proprio a lei tocchi il compito di riportare alla luce una serie di emozioni accantonate, di far scoppiare il dramma che poi, fortunatamente, si risolverà positivamente.