In previsione di UNGASS 2016 vi proponiamola lettura della lettera che Maria Stagnitta, Presidente di Forum Droghe ha inviato, insieme a Grazia Zuffa (Forum Droghe), Stefano Anastasia (Presidente de La Società della Ragione), Stefano Cecconi (Cgil nazionale), Maurizio Coletti (Presidente Itaca Italia), Riccardo De Facci (Vice Presidente del Coordinamento Nazionale Comunità di Accoglienza), Patrizio Gonnella (Presidente di Antigone), Leopoldo Grosso (Portavoce del “Cartello di Genova” e Presidente onorario del Gruppo Abele), Pino di Pino (Rete Italiana Riduzione del Danno), Alessandro Metz (Lega coop sociali), Massimo Oldrini, (Presidente Lega Italiana per la Lotta contro l’Aids), Marco Perduca (Membro di Giunta dell’Associazione Luca Coscioni) e Fabio Scaltritti (Presidente Associazione Comunità San Benedetto al porto), al Presidente del Consiglio dei Ministri Matteo Renzi, al Ministro degli Affari Esteri Paolo Gentiloni, al Ministro della Salute Beatrice Lorenzin, al Ministro della Giustizia Andrea Orlando e alla Dott.ssa Patrizia De Rose, Dipartimento Politiche Antidroga e alla delegazione delle Rappresentanze permanenti presso le Nazioni Unite ONU di New York e Vienna per chiedere l’avvio di un confronto in Italia in prospettiva antiproibizionista.
Roma, 15 settembre 2015.
“Quale gruppo di associazioni italiane che lavorano nel campo della politica delle droghe e della dipendenza, vogliamo avviare un confronto in merito alla prossima Assemblea Generale delle Nazioni Unite sulle Droghe (Ungass), che si terrà a New York nell’aprile 2016. Innanzitutto, ci preme sottolineare la straordinarietà di questo evento. La scadenza naturale per la convocazione dell’Assemblea Generale speciale sulle droghe era originariamente il 2019. Come si ricorderà, Ungass è stata anticipata di tre anni dietro la spinta di alcuni paesi: in particolare Messico, Guatemala e Colombia, che, sulla base della drammatica situazione vissuta dai loro paesi, hanno chiesto esplicitamente un dibattito a tutto campo, per valutare con serietà le scelte politiche in materia di droga fatte a suo tempo ed esaminare tutte le possibili alternative. Questa linea è peraltro stata condivisa dal segretario generale Onu, Ban Ki Moon, quando ha sollecitato un full and honest debate. Per questa ragione, chiediamo che Ungass 2016 non si risolva con una dichiarazione finale che riaffermi l’obiettivo di “eliminare o significativamente ridurre l’offerta e la domanda di droga entro dieci anni”, in continuità con la dichiarazione dell’Assemblea Generale del 1998 (poi riconfermata e spostata avanti di altri dieci anni nel 2009). Non solo per il carattere irrealistico e retorico di tale obiettivo, ma anche perché l’esperienza di Ungass 1998 insegna che l’enfasi sulla “eliminazione” e sullo “sradicamento” della droga ha spinto a strategie aggressive di sradicamento delle coltivazioni illegali nei paesi produttori, con conseguenze nefaste per i territori e le popolazioni più povere. Lo stesso approccio, nei paesi cosiddetti consumatori, ha portato a concentrare la maggior parte delle risorse sulla risposta penale, a scapito delle risposte sociosanitarie. Peraltro, sollecitano a un confronto a tutto campo anche i cambiamenti che stanno avvenendo in diverse parti del mondo: lo sviluppo di nuove strategie sociosanitarie di riduzione del danno, le innovazioni legislative di decriminalizzazione dell’uso personale di droga, le sperimentazioni di regolamentazione legale della cannabis in Uruguay e alcuni stati Usa, la legalizzazione della foglia di coca in Bolivia. E’ necessario che queste innovazioni siano discusse nella sede di Ungass 2016, con un occhio alla cornice dei trattati internazionali. Se Ungass 2016 fallisse questo compito, ciò si tradurrebbe in una perdita di autorevolezza delle istituzioni internazionali. Avanziamo perciò una proposta precisa: l’Italia sostenga la creazione di un gruppo consultivo di esperti (expert advisory group), con il compito di esaminare le questioni più scottanti e di stilare raccomandazioni in merito. Il gruppo consultivo dovrebbe concentrarsi sul rapporto fra i mutamenti in atto e il meccanismo dei trattati; sull’interscambio fra le diverse agenzie Onu che a vario titolo sono coinvolte nella questione droga; sul corretto funzionamento del sistema di classificazione delle droghe. Un gruppo consultivo di questo genere ha dei precedenti, l’ultimo dei quali proprio in occasione di Ungass 1998. Pensiamo che l’Italia possa contribuire significativamente al confronto in sede internazionale, specie guardando all’innovazione legislativa del 2014, quando la Corte Costituzionale ha abrogato gran parte della legge antidroga del 2006. In particolare, sono state abolite le norme che avevano portato a un considerevole inasprimento delle pene per i reati di cannabis, ed è stato ripristinato il testo della legge del 1990, con la depenalizzazione del consumo personale per tutte le droghe così come stabilita dal referendum popolare del 1993. A partire da un’attenta valutazione di esperienze così diverse, l’Italia può dunque portare una riflessione sull’impatto di diversi orientamenti penali in tema di droga sui sistemi della giustizia e del carcere. Anche su altri temi chiave, come il rapporto fra Droghe e salute e Droghe e Diritti Umani, l’Italia può avere un ruolo, riprendendo una tradizione democratica, umanitaria, di solidarietà sociale: pronunciandosi per un riequilibrio delle politiche a favore del versante sociosanitario, con particolare attenzione alla riduzione del danno; e battendosi per l’eliminazione di tutte le pratiche contrarie alla dignità umana e per l’abolizione della pena di morte per i reati di droga. Infine un’ultima raccomandazione, ma di fondamentale importanza: in un dibattito onesto ed esauriente non può mancare la voce della società civile. Chiediamo perciò che, a partire dalla Conferenza nazionale finalmente in preparazione, siano coinvolte appieno le Ong, i consumatori di droga, gli utenti dei servizi per le dipendenze. Peraltro la partecipazione di questi soggetti all’elaborazione delle politiche nazionali e internazionali è richiesta dalla stessa Strategia sulle droghe dell’Unione Europea 2013-2020, che l’Italia ha sottoscritta. Allo stesso tempo, sollecitiamo anche il coinvolgimento di tutte le agenzie Onu che insistono sul problema droga, dalla Oms, all’Unaids, allo Undp, oltre alla Unodc. Abbiamo scelto questo momento per precisare le nostre richieste al governo e alle istituzioni italiane perché questo mese di settembre rappresenta una tappa importante nella scelta degli orientamenti di Ungass 2016. E’ comunque nostra intenzione continuare l’opera di advocacy per tutta la fase di preparazione dell’evento.”