La prevenzione, è definita come un’attività finalizzata a prevenire l’insorgenza delle malattie e a promuovere la salute, favorendo il benessere.
Fondamentalmente si distinguono tre tipi di prevenzione: primaria, secondaria e terziaria.
La primaria mira principalmente ad impedire la comparsa di malattie, di deficit e di infortuni.
La prevenzione primaria opera sull’uomo sano o sull’ambiente, attraverso il potenziamento di fattori utili alla salute e l’allontanamento delle cause che compromettono la salute.
Quando il danno si è già determinato si interviene con la prevenzione secondaria secondaria; si tratta di sistematiche ricerche e azioni che consentono di eliminare, fermare o rallentare gli effetti del danno prodotto.
In medicina, la prevenzione secondaria è efficace se è capace di incidere sulla storia naturale della malattia nell’ambito di una popolazione, andando oltre i vantaggi di cui beneficia il singolo individuo grazie alla diagnosi precoce. Infatti, tutti i programmi di screening sono capaci di fare della prevenzione secondaria, ma solo pochi sono efficaci.
La prevenzione terziaria, si utilizza quasi esclusivamente nel campo medico, e qualora la malattia si sia chiaramente manifestata, si mettono in atto interventi che evitano la progressione verso l’infermità o la morte. A tal fine si tenta di recuperare le funzioni residue e se non è possibile, si provvede a preservarle.
Da anni alla prevenzione, primaria, secondaria e terziaria si affianca la riduzione del danno.
Le finalità generali delle politiche di riduzione del danno sono relative alla tutela della salute globalmente intesa (organica, psichica e relazionale), da perseguire attraverso la definizione di obiettivi specifici che vanno dalla soluzione delle complicazioni al raggiungimento di un equilibrio personale accettabile, attraverso la modifica di comportamenti e stili di vita rischiosi. Tali interventi, pur mirati a fasce specifiche di popolazione, per la natura delle patologie su cui intervengono si traducono in interventi di salute pubblica.
Erik Fromberg, Direttore del Dipartimento di Training e Metodologia all’Istituto Nazionale Abuso di Droghe, Olanda, ha scritto che la riduzione del danno è un comportamento umanitario e umano da parte di un governo, di una società, ed è applicabile indifferentemente ai consumatori di droghe come agli automobilisti; la società rappresentata dal governo deve prendere misure che abbiano lo scopo di ridurre i rischi che le persone rovinino le proprie esistenze senza proibire alcun tipo di comportamento. Riduzione del danno sono tutte quelle politiche pubbliche e non che perseguono lo scopo di sostenere le persone che per varie ragioni hanno stili di vista malsani, in un percorso che li porti ad assumere atteggiamenti il più possibile sani.
Su queste tematiche la LILA ha organizzato insieme al Collettivo studenti “Lupus” ed alla Cattedra di Malattie Infettive dell’Università di Catania, una Attività Didattica Elettiva
rivolta agli studenti della Facoltà di Medicina e Chirurgia.
Riduzione del danno e uso di sostanze
Moderatore: Mario Cuccia (Servizio Epidemiologia e Prevenzione, Catania)
Le sostanze. Luciano Nigro (Università di Catania)
Sostanze e stili di consumo. Susanna Ronconi (Forum Droghe, Torino)
Malattie infettive e consumo. Alessia Prezzavento (Collettivo studenti “Lupus”, Catania)
Le strategie di riduzione del danno. Lucia Portis (Antropologa, Torino).
L’incontro si terrà
11-dicembre- 2012 ore 14.30
Policlinico Aula Magna di Medicina
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