21-4-2013 …guardu u celu e ci trasu cu cori?
Le giornate ad All Souls, per i “ward” del “Luisa Guidotti Hospital”, trascorrono fin troppo veloci e mai uguali le une dalle altre. Il tempo scivola e anche se inconsapevolmente cominciamo a capire, a capirli, ad addentrarci in questo mondo, distante anni luce dal nostro ma che spesso trova coincidenze e parallelismi con il nostro, anch’esso non privo di ritardi e mancanze.
La quotidianità si divide tra il “general ward” (reparto pediatrico), il “male ward” (reparto uomini) e l’ “OPD” (ambulatorio), che spesso diventa primo soccorso o momento di counselling e conoscenza. Essenziale quindi la collaborazione dei counsellor, attraverso i quali si cerca di comprendere e soprattutto far comprendere ai pazienti, e quindi affrontare, le dinamiche legate al loro stato di salute ed al loro stile di vita; attività principale: proporre ed effettuare il test per l’infezione da HIV a tutta la gente che afferisce all’ambulatorio e, in caso di esito positivo, procedere con altri incontri per valutare ed eventualmente preparare all’inizio della terapia.
Giornalmente ci affiancano le “sister-in-charge” (caposala), gli infermieri dell’OPD e, all’occorrenza, interpreti “shona” (la più parlata lingua dello Zimbabwe) – english; la conoscenza dell’inglese qui diventa fondamentale, strumento essenziale per capire e farsi capire, per addentrarsi nei perché che sorgono dal confronto con questa gente, non solo dal punto di vista clinico.
Il nostro lavoro di medici è supportato dal lavoro dei tecnici di laboratorio (quando non si è a corto di “tubes”, provette, o di reagenti) che permette di indagare l’emocromo, le urine e le feci, l’escreato per eventuale tubercolosi , i CD4+ per seguire il corso dell’infezione da HIV; gli unici presidi strumentali, necessari ma a volte non sufficienti, sono rappresentati dall’elettrocardiogramma e dalla radiografia; la radiografia spesso accompagna i pazienti a visita, la portano dopo averla fatta debitamente asciugare al sole!
Ormai da dieci anni la LILA di Catania è impegnata col progetto “Susy Costanzo” per l’acquisto dei farmaci antiretrovirali da destinare alle donne in gravidanza, anche se da qualche anno lo Statone garantisce parte del fabbisogno alle cliniche dei distretti e gli ospedali; la terapia antiretrovirale è assolutamente gratuita.
Passando in rassegna le carenze che abbiamo “annotato” giorno per giorno (non poche ma neanche non eliminabili) salta agli occhi la quasi assoluta mancanza, nello “Standard treatment guidelines for Zimbabwe”, di molecole somministrabili per via endovenosa, più efficaci e rapidi nella loro azione ma anche più semplici da somministrare in determinate condizioni di incapacità o di incoscienza del paziente. Quei pochi farmaci che vediamo circolare, e quindi da poter utilizzare, provengono dallo “store italiano”, il deposito dove vengono riposte le donazioni che l’ospedale riceve periodicamente da donatori italiani; i dipendenti dell’ospedale non riescono a gestire facilmente queste donazioni, non riconoscendo il nome del farmaco, non riuscendo a leggerne il foglietto illustrativo in italiano, non arrivando in ordine e suddivisi per categorie …, per cui l’importanza delle presenza dei volontari italiani.
In una realtà come la nostra italiana, sarebbe inverosimile lavorare senza l’ausilio di antibiotici o antidolorifici da utilizzare endovena, qui nonostante tutto si va avanti e si guarisce ugualmente (da piedi quasi in gangrena, da anemie severe, da asciti, da avvelenamenti e ustioni da acqua bollente). Ma quando situazioni particolarmente critiche non trovano soluzione ci si chiede come fare, come contribuire se pur in minima parte, ad un graduale seppur netto miglioramento…
… guardu u celu e ci trasu cu cori?
Zocch’è e pirchì
io sugnu sulu
e viu genti e banneri
e òmini d’ogni lingua
e mi sentu carni ncurpurata
e ciumi nte ciumira?
(I. Buttitta)
Alessia
21-4-2013. Casa Mariele.
Nel 2002, con fondi inviati dall’Antoniano di Bologna (Lo zecchino d’oro), all’interno del compound dell’Ospedale Luisa Guidotti , è stato costruito un piccolo orfanatrofio: Casa Mariele. Casa Mariele accoglie bambini di donne che sono morte durante il ricovero all’Ospedale Luisa Guidotti. Oggi i bambini accolti sono 16: Sande e Vianna di 13 anni, Shamiso, Innocent, John, Ashley e Ashton di 11 anni, Patricia di 10 anni, Victoria, Faith, Cain, Lorraine, Kosmas, Belinda e Blessing.
Da circa due anni, si sta tentando di trasformare l’orfanatrofio in una casa famiglia. I bambini sono governati da cinque mamme e da un tutor; la casa è stata ingrandita, adesso ci sono quattro camere da letto (una per i ragazzi, una per le ragazze, una per i più piccoli e una per le mamme di turno), una camera per i giochi e per lo studio, una camera da pranzo, quattro bagni ed una cucina, più una zona esterna con un giardino fornito di giochi; oggi ogni bambino ha il proprio armadio dove tiene i propri vestiti e le proprie cose e un comodino dove conserva i propri ricordi; la casa possiede altre ai mobili ed ai letti, un frigorifero, una lavabiancheria, un televisore ed un video protettore.
Undici bimbi frequentano la scuola e quattro sono fra i migliori della classe. Due sono dei fenomeni nell’eseguire i balli tradizionali e due nel suonare strumenti tradizionali. Due sono campioni di basket.
Tanti sono i costi di un orfanatrofio: gli stipendi del personale, le tasse scolastiche, i vestiti, i libri, il divertimento, il vitto, le spese sanitarie, la manutenzione …………. una nuova casa, nuovi giochi.
L’Ospedale si fa carico delle spese impreviste, delle spese sanitarie e degli stipendi del personale, al resto ci pensano le persone che in Italia, in Zimbabwe e in ogni parte del mondo hanno deciso di diventare amici (donor) di Casa Mariele.
Il Progetto Susy Costanzo della LILA di Catania, contribuisce, con i fondi che vengono raccolti nelle serate organizzate appositamente dai soci e con i fondi che vengono raccolti da gruppi di sostenitori del progetto (un gruppo di amici ogni anno si riunisce durante le feste di Natale ed organizza un’asta benefica, un medico si è inventato un salvadanaio per raccogliere fondi, etc).
Nel 2013 bisognerà coprire almeno i seguenti costi: 8.000 Euro per il vitto, 1.500 Euro per le spese scolastiche, 4.000 per l’abbigliamento e per il divertimento. Inoltre il progetto più ambizioso: iniziare a costruire la nuova casa.
Il Progetto Susy Costanzo, quest’anno, con i fondi raccolti ha coperto le spese dei libri scolastici, di un maestro di danze e strumenti tradizionali, dei tamburi tradizionali e di una gita presso un parco nazionale, ma è ovvio che vorrebbe fare di più.
Noi speriamo che tutti i bambini di Casa Mariele abbiano un futuro, ovviamente si potrà obiettare che sono tanti i bambini bisognosi di cure e di affetto nel mondo, noi della LILA possiamo rispondere dicendo che il Progetto Susy Costanzo ha incontrato questi e che per questi bambini vogliamo costruire un possibile futuro.
Luciano
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