Il progetto PRO-Access, che vede impegnata LILA Catania da quattro anni, è proseguito anche nel periodo di lockdown, causato dall’emergenza COVID-19.
Sostenuto da UNHCR, il progetto è volto a migliorare l’accesso ai servizi di salute sessuale e riproduttiva per rifugiati e richiedenti asilo affetti da patologie della sfera sessuale e riproduttiva o che sono sopravvissuti a violenza sessuale e di genere (SGBV).
Durante i mesi di maggio e giugno, partendo dalle richieste degli operatori e degli ospiti delle strutture di accoglienza, è stata organizzata dall’equipe del progetto una formazione a distanza, nel corso della quale, oltre a informare sulla salute sessuale e riproduttiva, si è parlato di COVID – 19, delle relative disposizioni di legge e dei corretti comportamenti da rispettare per prevenire e/o evitare il contagio.
Le strutture coinvolte in questa attività di formazione/informazione (circa 20) sono state quelle della rete del Consorzio IL NODO. Gli incontri, distribuiti in 3 appuntamenti settimanali, sono iniziati l’8 maggio e si sono conclusi il 15 giugno, ed hanno visto la partecipazione di 8 operatori e di 114 ospiti.
L’equipe del progetto (formato da 1 medico, 1 assistente sociale, 1 psicologa, 3 mediatori culturali ed 1 operatrice organizzativa), ha fornito una approfondita relazione sull’infezione da coronavirus ed ha risposto alle numerose domande rivolte dagli operatori delle strutture e dai loro ospiti.
La partecipazione ed il coinvolgimento, sia nella parte dell’informazione che in quella dell’approfondimento dei temi specifici richiesti dai partecipanti/beneficiari, è stata fruttuosa e piena di successo.
La mediazione (nelle lingue francese, inglese, arabo e dialetti africani) ha garantito l’efficacia dei risultati, mantenendo vivo e continuativo il rapporto con i partecipanti stranieri non ancora padroni della lingua italiana.
La formazione a distanza ha consentito di mantenere la relazione con gli ospiti e gli operatori delle strutture anche nel periodo di chiusura e di sospensione delle attività, determinato dall’emergenza sanitaria.
Altro elemento positivo dell’esperienza è stato, per l’equipe del progetto, sperimentare una nuova modalità di realizzazione delle attività (la formazione a distanza) che si è dimostrata, in questo periodo di limitazione del numero di persone che possono partecipare a riunioni, rispondente sia alle esigenze del progetto che delle strutture di accoglienza.
Ciò è stato confermato e ribadito nell’incontro conclusivo di questo percorso, che si è svolto lo scorso 17 giugno, nel corso del quale l’equipe del progetto ed i referenti delle strutture de IL NODO si sono confrontati, discutendo sulle attività svolte e confermando una collaborazione sui temi di comune interesse.
Dal mese di giugno, conclusosi il lockdown, sono riprese le attività “istituzionali” del progetto: drop-in migranti, (presso la sede LILA due volte a settimana, martedì pomeriggio e giovedì mattina); consulenze mediche; sostegno psicologico; accompagnamenti sanitari; lavoro di strada; incontri presso le strutture di accoglienza e presso luoghi di lavoro occasionali (il campo di lavoro di Cassibile).