“It´s time to end the war on drugs”
“Global Commission on Drug Policy”
Fernando Henrique Cardoso, Jorge Sampaio, Olusengun Obasanjo and Kofi Annan
livello internazionale
“Global Commission on Drug Policy”
La Commissione è stata istituita, a livello internazionale, per discutere e sperimentare, su basi scientifiche, le vie più efficaci per ridurre il danno causato dalle droghe alla gente ed alle società, (“The purpose of The Global Commission on Drug Policy is to bring to the international level an informed, science-based discussion about humane and effective ways to reduce the harm caused by drugs to people and societies”. http://www.globalcommissionondrugs.org/what-we-do/)
La Commissione è composta da grandi nomi internazionali, della politica e della cultura.
La Commissione con un report, che verrà presentato all’ONU, ha chiesto a tutti gli Stati di rivedere le politiche nazionali ed internazionali di contrasto alle droghe.
http://www.globalcommissionondrugs.org/reports/
L’appello arriva da personalità mondiali e insospettabili. Tra loro, anche l’ex presidente dell’ONU, Kofi Annan. E ancora, tra i politici, l’ex commissario UE, Javier Solana, l’ex segretario di Stato statunitense, George Schultz e diversi ex presidenti di Stati, alcuni con una profonda conoscenza diretta del tema, come il colombiano Cesar Gaviria. Ma la lista dei nomi coinvolti comprende anche personalità del mondo della cultura: come il premio Nobel per la letteratura il peruviano Mario Vargas Llosa e lo scrittore messicano Carlos Fuentes. E ancora esperti come il francese Michel Kazatchkine, direttore del Fondo mondiale contro l’AIDS, la tubercolosi e la malaria.
La Commissione raccomanda ai Governi di:
1) terminare con la criminalizzazione, l’emarginazione e la stigmatizzazione delle persone che fanno uso di droghe ma che non fanno alcun male agli altri;
2) sperimentare modelli di regolamentazione giuridica della droga per minare il potere del crimine organizzato e salvaguardare la salute e la sicurezza dei loro cittadini;
3) offrire servizi sanitari e cure a chi ne ha bisogno garantendo anche i programmi di trattamento assistito con eroina che si sono dimostrati efficaci in molti paesi europei e in Canada;
4) implementare i programmi di accesso alle siringhe e alle altre misure di riduzione del danno che si sono dimostrate efficaci nel ridurre la trasmissione dell’HIV e di altre infezioni a trasmissione ematica così come le overdosi fatali;
5) rispettare i diritti umani delle persone che usano droghe. Abolire le pratiche abusive eseguite in nome del trattamento – come la detenzione forzata, il lavoro forzato e gli abusi fisici o psicologici – che contravvengano standard dei diritti umani e delle norme o che annullino il diritto all’autodeterminazione;
6) rompere il tabù sul dibattito e sulla trasformazione del regime globale di proibizione delle droghe.
Per queste ragioni noi chiediamo al Presidente del Consiglio, On. Enrico Letta, il motivo per cui sceglie di mantenere a capo del Dipartimento per le Politiche Antidroga della Presidenza del Consiglio, Giovanni Serpelloni. Serpelloni è stato nominato nel 2008 dall’ex sottosegretario con delega a Droga e Famiglia, Carlo Giovanardi; Giovanni Serpelloni può contare su cospicui finanziamenti in ragione dei convegni internazionali organizzati dal Dipartimento Antidroga, convegni a cui partecipa personalmente. Giovanni Serpelloni è anche la firma che sta in calce agli articoli pubblicati dall’Italian Journal of Addiction, diretto da Giovanni Serpelloni, pubblicato e finanziato dal Dipartimento Antidroga, di cui è capo appunto Giovanni Serpelloni. Insomma, il Dipartimento Antidroga, ovvero Giovanni Serpelloni, fa anche ricerca: se la commissiona, se la finanzia, se la assegna e se la pubblica.
Ci chiediamo cosa pensa di tutto ciò il Presidente del Consiglio e Lo invitiamo a valutare l’opportunità di sostituire il capo del Dipartimento per le Politiche Antidroga della Presidenza del Consiglio, Giovanni Serpelloni, che ha anche posizioni incompatibili con le raccomandazioni della “Global Commission on Drug Policy” a cui l’Ordinamento Giuridico Italiano dovrebbe conformarsi.
Speriamo che il dibattito sulle politiche delle droghe non si fermi, come è spesso accaduto e che questi confronti riescano ad imporre al Governo e al Parlamento dopo 23 anni una nuova Legge per superare definitivamente la legge proibizionista e fallimentare del 1990 e le sue successive modifiche.