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NEWS

Appello contro il Decreto Minniti

21 Marzo 2017 by Lila Catania

Le organizzazioni ed i firmatari in calce al presente appello ritengono che
il cd decreto Minniti sia da respingere sia per le modalità con le quali è stato prodotto, senza la consultazione della società civile e con un provvedimento di urgenza immotivato, sia per i contenuti che veicolano un messaggio politico culturale reazionario e per soluzioni normative inefficaci e pericolose.
In particolare preoccupano le norme contenute nel decreto del 20 febbraio 2017, n. 14, Disposizioni urgenti in materia di sicurezza delle città, che valutiamo assolutamente sbagliato nella impostazione generale ed in riferimento ai poteri di ordinanza in materia di ordine pubblico attribuiti ai sindaci oltre i limiti di garanzia costituzionale.
Riteniamo totalmente arbitrario l’utilizzo della decretazione d’urgenza e grave che un decreto sulla sicurezza emanato dal Ministero dell’Interno e della Giustizia intervenga con strumenti di controllo e repressione con l’obiettivo dell’eliminazione della marginalità sociale come previsto dall’art. 4, accreditando la tesi della criminalizzazione degli ultimi.
Le nuove disposizioni invece di risolvere i problemi della esclusione sociale ne aggravano l’intensità, suggerendo ai sindaci come unico strumento di intervento, per la “tutela ed il decoro di particolari luoghi” (come ad esempio le stazioni o i parchi pubblici o ogni altro luogo interessato da flussi turistici), quello dell’allontanamento ed il divieto di frequentazione da parte delle persone più in difficoltà, identificando esplicitamente fra le altre anche coloro che hanno problemi di abuso di alcol o sostanze stupefacenti.


Riteniamo questa impostazione grave e contraria a qualsiasi principio di solidarietà sociale e di riconoscimento di pari dignità dei cittadini, quasi che le persone in difficoltà non fossero anch’esse parte della comunità locale, ma soggetti da contenere anche fisicamente.
Ci preoccupa anche l’impostazione secondo la quale i provvedimenti di divieto di accesso a determinati luoghi, emanati ai sensi dei regolamenti di polizia urbana possano essere più severi nei confronti di coloro che sono stati destinatari di condanna confermata solo fino al grado di appello, aggravando una pena comminata dopo un regolare processo; ledendo in tal modo il principio fondamentale della presunzione di innocenza.
Altrettanto grave ci pare la persecuzione, con il divieto di frequentare locali pubblici o aperti al pubblico verso chi è stato condannato fino all’appello per reati di cui al dpr. 309/90 la nefasta legge antidroga, riproducendo il contenuto delle disposizioni dell’art 75 bis recentemente dichiarato incostituzionale dalla Corte costituzionale. La riproposizione di una norma bocciata dalla Consulta è segno di arroganza e inoltre la sua applicazione avrebbe inevitabilmente applicazioni diverse nei Comuni e potrebbe portare a provvedimenti di stigmatizzazione sociale arbitrari.
La norma include esplicitamente anche i minori, e potrebbe giungere a vietare la frequentazione della scuola a soggetti già evidentemente segnati da situazioni di marginalità e difficoltà, senza fornire alcuna alternativa educativa o di supporto sociale.
Si prevede altresì per tali soggetti la possibilità della sospensione condizionale della pena legata al divieto di frequentazione di locali e spazi determinati, ponendo in atto così una norma in contrasto con il principio di riabilitazione della pena previsto dall’art.27 della Costituzione.
Ancora più sorprendente è che il decreto consenta alla Regioni di sbloccare risorse per l’assunzione di personale finalizzato alla gestione del numero unico per le emergenze 112 che fa riferimento alle forze di polizia e comprende solo le emergenze sanitarie, mentre i servizi sociali e socio sanitari che lamentano da anni la riduzioni di organici e la cronica mancanza di risorse rimarrebbero senza sostegno.
Chiediamo che il Parlamento respinga in toto il decreto nella sua formulazione attuale e che si apra al più presto un confronto per una riforma del testo unico sulle droghe che permetta un rilancio dei servizi a favore di coloro che hanno problemi di dipendenza patologica nell’ambito di un rilancio generale dei servizi sociali, respingendo la riproposizione di logiche proibizioniste, moraliste e punitive.

Le organizzazioni promotrici:

Presidenza onoraria Gruppo Abele
Comunità San Benedetto al Porto
Lila (Lega Italiana per la Lotta contro l’Aids)
Forum Droghe
Antigone onlus
Cnca (Coordinamento Nazionale Comunità di Accoglienza)
La Società della Ragione onlus
Legacoop sociali
Itardd (Rete Italiana Riduzione del Danno)
L’Isola di Arran

http://www.fuoriluogo.it/blog/appelli/appello-decreto-minniti/

http://contropiano.org/interventi/2017/03/09/operatori-sociali-poliziotti-non-soldati__trashed-089695

http://www.piacenzaantagonista.it/2017/03/sicurezza-e-liberta-quando-un-ex-pci-e-ministro-degli-interni/

 

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“Droghe. Il governo batta un colpo!”

28 Febbraio 2017 by Lila Catania

Sottoscrivi l’appello di: A Buon Diritto – Antigone – Associazione Luca Coscioni – CGIL – CILD (Coalizione Italiana Libertà e Diritti Civili) – CNCA (Coordinamento Nazionale Comunità di Accoglienza) – Comunità di San Benedetto al Porto (Genova) – Forum Droghe – FP CGIL – ITARDD (Rete italiana per la Riduzione del Danno) – La Società della Ragione – LegacoopSociali – LILA – Possibile – Radicali Italiani

Noi sottoscritti, convinti che i tempi siano maturi per promuovere una riforma radicale delle leggi e politiche in materia di sostanze stupefacenti basata sulle evidenze scientifiche, le buone pratiche internazionalmente riconosciute e il buon senso:

chiediamo al Governo di nominare un responsabile per questioni relative alla droga e alle dipendenze che, tra le altre cose, ottemperi anche agli obblighi di legge convocando, con oltre quattro anni di ritardo, la VI Conferenza nazionale sulle sostanze stupefacenti;

chiediamo a Governo e Regioni, nel quadro dei nuovi Livelli Essenziali di Assistenza, il rilancio e la riorganizzazione dei servizi per le dipendenze con il coinvolgimento della società civile e degli utenti nella prospettiva della “riduzione del danno”, con politiche di intervento finalizzate al benessere di chi usa sostanze e alla prevenzione dei rischi connessi all’abuso e alla clandestinità dei consumi, all’analisi delle sostanze e verso la sperimentazione delle stanze del consumo e dei trattamenti con eroina;

chiediamo al Governo e alle amministrazioni regionali, considerando che i primi quantitativi di cannabis terapeutica preparati dallo Stabilimento farmaceutico militare di Firenze sono acquistabili in farmacia, di adeguare la produzione alla domanda effettiva e di dare ampia pubblicità alla prescrivibilità di tali prodotti per garantire il pieno godimento del diritto alla salute di migliaia di persone con le patologie più varie;

invitiamo il Governo, a oltre due mesi dal deposito della proposta di legge di iniziativa popolare per la regolamentazione legale della cannabis, a facilitare il percorso di discussione parlamentare delle numerose proposte di legge sulla cannabis (a partire da quella dell’intergruppo per la cannabis legale) e di revisione generale del Testo Unico sugli Stupefacenti (309/90);

chiediamo infine a Governo e Parlamento, in vista della tenuta della prossima sessione speciale dell’Assemblea generale dell’ONU sulle droghe, di dare piena attuazione agli impegni assunti nell’aprile 2016 al Palazzo di Vetro contenuti nel documento conclusivo della UNGASS.

Per aderire vai al sito: http://www.fuoriluogo.it/blog/appelli/droghe-governo-batta-un-colpo/

 

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La terapia antiretrovirale come prevenzione dell’infezione da HIV (Treatment as Prevention, TasP)

23 Gennaio 2017 by Lila Catania

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Il trattamento come strumento di prevenzione (TasP) è ormai un fatto assodato. La terapia antiretrovirale abbassa la carica del virus dell’HIV nel sangue, nello sperma, nelle secrezioni vaginali e rettali a livelli molto bassi, vicini allo zero (undetactable), riducendo, fino ad eliminare, il rischio di future trasmissioni dell’infezione.1

Da molti anni, ormai, sono sempre più numerose le evidenze scientifiche dei benefici della validità del trattamento dell’infezione da HIV sulla prevenzione. Già nel 2011, lo studio HPTN052, una pietra miliare per la ricerca scientifica nel campo dell’HIV/AIDS, dimostrò che nelle persone che vivono con l’infezione da HIV, con una conta dei CD4 fra 350 e 550/mmc, la terapia iniziata precocemente riduceva del 96% il rischio di trasmettere l’infezione ai partner anti-HIV negativi. 2

Da allora numerosi studi hanno riportato e confermato questo dato dimostrando che numerose infezioni sono state evitate in seguito alla terapia. 3 4 5 6

Ciò ha ulteriormente confermato che il trattamento come prevenzione (TasP) può essere usato come parte della strategia  fai diagnosi e tratta (test and treat): “aumentando la copertura del test e del trattamento nella comunità si diminuisce la carica virale e si riduce il numero delle nuove infezioni”.7 8

In seguito ai risultati dello studio HPTN 052, Michel Sidibé, il direttore esecutivo dell’UNAIDS , ha espresso questo commento:

“This breakthrough is a serious game changer and will drive the prevention revolution forward. It makes HIV treatment a new priority prevention option. (Questa svolta impone una rivoluzione delle strategie di prevenzione rendendo il trattamento uno strumento prioritario per la prevenzione). 9

La terapia antiretrovirale viene già comunque usata come prevenzione:

  • per la prevenzione della trasmissione da madre a figlio, (PMTCT); 10 11 12
  • per la profilassi pre-esposizione; 13 14 15 16 17
  • nell’utilizzo dei microbicidi; 18 19 20
  • per la profilassi post esposizione; 21 22 23 24

La TasP ha una enorme potenzialità per ridurre la diffusione dell’infezione da HIV nelle comunità attraverso l’aumento dell’offerta del test e del trattamento alle persone che vivono con l’infezione da HIV. 41

La sua efficacia fa affidamento, almeno in parte, sella volontà e abilità delle persone in trattamento a continuare la cura  e nell’assumerla correttamente.

Preoccupazioni, di natura etica e di sanità pubblica, sono argomento di discussione riguardo la scarsa disponibilità di farmaci antiretrovirali nei paesi a risorse limitate sia per il trattamento che per la prevenzione: “Non è etico guardare peggiorare e morire persone che potrebbero stare bene se solo avessero accesso alle cure”. 49

E’ comunque universalmente riconosciuto che il trattamento da solo non è sufficiente a debellare l’infezione da HIV. Per essere efficace bisogna che il trattamento sia offerto insieme a diversificate strategie di prevenzione quali l’educazione sessuale, l’uso del condom e la modifica dei comportamenti a rischio. 51

Per approfondire clicca su: http://www.avert.org/professionals/hiv-programming/prevention/treatment-as-prevention

Photo credit: ©iStock.com/Jeng_Niamwhan

 

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L’importanza dell’advocacy, il paradigma dell’epatite C

19 Dicembre 2016 by Lila Catania

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Il dibattito organizzato dalla  nostra associazione la scorsa settimana al  Teatro Machiavelli “L’importanza dell’advocacy, il paradigma dell’epatite C” è stato seguito con grane attenzione dagli i intervenuti.

Trovate un interessante resoconto su  Argo Catania

 

 

 

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#NONUNADIMENO

23 Novembre 2016 by Lila Catania

La LILA di Catania ha aderito alla Grande Manifestazione delle Donne che si terrà a Roma il 26/11/2016

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Il 25 novembre è la giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne. Vogliamo che sabato 26 novembre Roma sia attraversata da un corteo che porti tutte noi a gridare la nostra rabbia e rivendicare la nostra voglia di autodeterminazione.

Non possiamo rimanere in silenzio, quanto continua ad accadere non ce lo permette! È giunto il momento di essere unite ed ambiziose e di mettere insieme tutte le nostre intelligenze e competenze VERSO UNA GRANDE MANIFESTAZIONE DELLE DONNE: Il 26 Novembre a Roma.

 

diapositiva2

 

Per saperne di più:

https://nonunadimeno.wordpress.com/author/nonunadimeno/

http://temi.repubblica.it/micromega-online/%E2%80%9Cnon-una-di-meno%E2%80%9D-il-26-novembre-a-roma-per-dire-no-alla-violenza-sulle-donne/

http://www.womenews.net/roma-verso-la-manifestazione-contro-la-violenza-del-26-novembre/

http://www.maschileplurale.it/roma-26-novembre/

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ALZA LE MANI PER LA #PREVENZIONE DELL’HIV – HANDS UP FOR #HIVPREVENTION

20 Novembre 2016 by Lila Catania

1 Dicembre 2016

Giornata Mondiale Lotta AIDS

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Come ogni anno, il 1° dicembre 2016 ricorre la Giornata mondiale di lotta contro l’Aids, istituita per la prima volta nel 1988 per volontà dell’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) ed è l’occasione per sollecitare le persone, le istituzioni, i donatori internazionali a impegnarsi nella lotta contro l’Aids e a dimostrare solidarietà alle persone che, nel mondo, vivono con l’HIV.

La LILA di Catania, da 25 anni,  fa attività di informazione e prevenzione, fornisce supporto alle persone con infezione da HIV offrendo informazioni sulla gestione dell’infezione e orientamento ai servizi, lottando per sostenerne i diritti e contro le discriminazioni con il coinvolgimento attivo delle stesse.  Inoltre dal 2004 sostiene, con il progetto Susy Costanzo – Diamo vite all’Africa, il programma di terapia per l’infezione da HIV dell’ospedale Luisa Guidotti in Zimbabwe.

Anche quest’anno per la giornata del 1 Dicembre la LILA ha organizzato una serie di iniziative con lo scopo di continuare ad informare le persone, di far conoscere i programmi avviati e di raccogliere fondi a sostegno delle proprie attività.

18-23 Novembre:
Settimana europea del test HIV ed epatite
sabato 19 ore 17.00, domenica 20 ore 10.00, giovedì 24 ore 17.00, test salivari, sede LILA

22 novembre:
Convegno “Zero nuove infezioni da HIV: speranza o realtà”, ore 17.30, sede LILA

27 novembre:
Asta benefica “LILAbatte”, ore 18.00, Mercure Catania Excelsior, Piazza Verga 39, Catania

1 Dicembre: Inaugurazione della Mostra Fotografica “I volti di Mutoko”, ore 18.00, Teatro Machiavelli 1, Piazza Università 16, Catania, la mostra continuerà fino al 16  Dicembre

15 Dicembre: Convegno “L’importanza dell’advocacy. Il paradigma dell’epatite C”, ore 18.30, Teatro Machiavelli, Piazza Università, Catania.

 

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Settimana Europea del Test per l’HIV e per l’Epatite

19 Novembre 2016 by Lila Catania

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Anche quest’anno La LILA di Catania, insieme ad altre sedi LILA, partecipa alla settimana europea del test per l’HIV e per l’epatite.

 

Cos’è la settimana europea del test per l’epatite e per l’HIV?

 

La settimana europea del test è un’iniziativa lanciata da  HIV in Europe nel 2013 per favorire le persone a conoscere il loro HIV status. Oggi a quattro anni dall’inizio e per il secondo anno l’iniziativa prevede anche il test per l’epatite.

La quarta edizione dell’European HIV-Hepatitis Testing Week si svolge in tutta Europa dal 18 al 25 Novembre 2016.

L’European HIV-Hepatitis Testing Week offre ai partner europei l’opportunità di lavorare insieme per  aumentare nelle persone a rischio la consapevolezza del vantaggio di effettuare i test per l’HIV e per l’epatite.

 

Nel 2015, più di 400 organizzazioni di 53 paesi hanno partecipato alla settimana del test e  migliaia di persone sono adesso a conoscenza del proprio stato rispetto alle due infezioni. Nel 2016, unendo l’impegno di tutte le associazioni, si spera che sempre più persone aderiscano all’iniziativa.

2

Qual è lo scopo della settimana europea del test?

 

Lo scopo dell’European HIV-Hepatitis Testing Week è che sempre più persone conoscano se sono affette dall’infezione da HIV e/o dall’epatite e che l’informazione sui benefici dovuti all’effettuazione del test riducano le diagnosi tardive.

Il tema per il 2016 della settimana del test è Test-Treat-Prevent/Test-Trattamento-Prevenzione,  lo scopo è di:

  • Incoraggiare le persone ad effettuare i test;
  • Incoraggiare il personale sanitario ad offrire i test come parte del loro lavoro routinario:
  • Supportare le associazioni del territorio per facilitare l’accesso ai test.

 

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1 Dicembre 2016. Giornata Mondiale per la lotta contro l’AIDS

18 Novembre 2016 by Lila Catania

La lotta contro l’AIDS è la lotta per i diritti umani, è la lotta per garantire l’accesso alle cure a tutte le persone.

 

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La lotta contro la diffusione dell’infezione da HIV è cominciata quando milioni di persone (la società civile)  hanno lottato insieme per chiedere ai governi azioni per combattere e fermare la più grande emergenza sanitaria degli ultimi anni: l’epidemia da HIV.

Cosa intendiamo quando parliamo di società civile? Intendiamo tutte persone che sono in prima linea nella lotta contro l’HIV/AIDS. Intendiamo le persone che vanno porta a porta ad aiutare le persone  a capire come funzionano e come vanno assunti i farmaci; le persone che lavorano di notte e durante i weekend per promuovere la prevenzione delle infezioni a trasmissione sessuale; i medici e le/gli infermiere/i che lottano per migliorare le politiche contro la discriminazione e lo stigma; gli studenti che promuovono e difendono i diritti umani; gli attivisti che da più di trent’anni salvano milioni di vite umane.

Ma oggi, in seguito alla crisi economica mondiale, tutte le battaglie vinte e tutto quello che è stato raggiunto negli ultimi anni potrebbero subire un arresto e non essere più sostenibili.

In molti ambienti, gruppi che sono indispensabili per assicurare fondi da investire per la prevenzione dell’infezione da HIV e per fornire servizi di base alle comunità sono a corto di risorse.

Oggi, dopo tutte le lotte e le conquiste degli ultimi anni, con più di un milione di persone ancora a rischio di morire ogni anno nel mondo a causa dell’AIDS, la società civile non può assistere inerme al crollo delle conquiste raggiunte, fondamentali per porre fine all’era dell’AIDS.

Ecco perché la Giornata Mondiale per la lotta all’AIDS 2016 propone Una Chiamata all’Azione a Supporto della Società Civile/A Call to Action to Support Civil Society, chiedendo ai donatori e ai leader politici di aumentare i fondi a supporto della società civile e delle organizzazioni che lottano la diffusione dell’infezione da HIV nel mondo.

 

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http://www.unaids.org/

http://www.aids2016.org/Get-Involved/Call-to-Action-for-Civil-Society

 

 

 

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Epatite C. Il profitto sopra tutto

16 Ottobre 2016 by Lila Catania

Redazione Salute Internazionale – 30 settembre 2016

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Gavino Maciocco. Ha ragione il BMJ ad affermare: “I trionfi delle innovazioni farmaceutiche sono vittorie vuote se queste azzoppano i sistemi sanitari e generano enormi iniquità”, come sta avvenendo nel caso dell’epatite C.  Una situazione così allarmante che avrebbe dovuto provocare reazioni adeguate a tutti i livelli, che però non ci sono state, perché evidentemente il potere d’influenza dell’industria farmaceutica ha raggiunto tutti i gangli che servivano: dalla politica all’informazione, dai professionisti alle società scientifiche, fino alle associazioni dei pazienti.

In Inghilterra il Servizio sanitario nazionale (National Health Service, NHS) ha ritardato di sette mesi l’accesso ai nuovi farmaci contro l’epatite C, come raccomandato dal NICE (National Institute for ClinicalExcellence), l’agenzia  che valuta l’efficacia dei farmaci e delle nuove tecnologie[1]. Il motivo – come ampiamente discusso in precedenza (Dossier Epatite C) – l’eccessivo costo del trattamento: 35 mila sterline (pari a 41.350 euro) per caso trattato. Al ritardo è seguito anche il razionamento: solo 10 mila trattamenti, destinati ai casi più gravi (a fronte a una stima di un totale di 160 mila pazienti).

“La decisione del NHS di limitare l’accesso al trattamento è manifestamente ingiusta nei confronti di un gruppo di persone vulnerabili che soffrono di una grave malattia che, se non trattata, può provocare cirrosi e cancro del fegato – ha denunciato il presidente della charity “Addaction”  –.Negare a questi pazienti un farmaco salvavita rappresenta una potenziale sentenza di morte” (The Guardian). Per questo motivo la stessa organizzazione, insieme ad altre, ha deciso di portare in tribunale il NHS per omissione di cure.

Il citato articolo del Guardian è stato pubblicato il 28 luglio scorso, negli stessi giorni in cui sul BMJusciva una serie di articoli dedicati alla questione della terapia dell’epatite C, il cui senso finale si può riassumere in questa frase dell’editoriale di NavjoytLadher:  “The triumphs of pharmaceuticalinnovation are hollowvictoriesiftheycripplehealthsystems and generate massive inequities” (“I trionfi delle innovazioni farmaceutiche sono vittorie vuote se queste azzoppano i sistemi sanitari e generano enormi iniquità”)[2].

Per gli autori dei vari contributi il caso Gilead-Sofosbuvir rappresenta il nuovo paradigma “globale” di come vengono stabiliti i prezzi dei farmaci, delle dinamiche di mercato dell’industria farmaceutica e alla fine del loro impatto sui sistemi sanitari e sulla salute della popolazione.

Partiamo dall’inizio… 

Leggi l’intero articolo: http://www.saluteinternazionale.info/2016/09/epatite-c-il-profitto-sopra-tutto/

 

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Epatite C. La latitanza della politica

9 Ottobre 2016 by Lila Catania

salute internazionale sedie Articolo tratto da Redazione Salute Internazionale – 30 settembre 2016

Gavino Maciocco. Un governo, come quello italiano, che pretende (e ottiene anche) il massimo della flessibilità rispetto alle regole europee per far quadrare il bilancio dello stato perché non usa la stessa determinazione per conseguire la stessa flessibilità (consentita dai trattati) riguardo ai brevetti farmaceutici? Quali pressioni sono state esercitate sul governo italiano perché sul caso dei farmaci contro l’epatite C prevalessero le logiche e gli interessi della finanza speculativa a scapito della salute della popolazione e delle finanze del servizio sanitario nazionale?

 

Una paziente. “È una vita che pago le tasse sulla salute, come mai non posso usufruire di una cura che mi spetterebbe di diritto e a cui sarebbe meglio sottoporsi prima di subire danni irreversibili?”

Scoprii di essere HCV positiva durante lo screening in gravidanza. Per me fu una doccia fredda, ero preoccupatissima per il bambino che fortunatamente è nato negativo al virus, come mi dicono spesso avviene. L’approfondimento diagnostico che effettuai successivamente mi rivelò che purtroppo non avevo solo gli anticorpi ma che il virus era attivo. Dopo un paio d’anni dalla gravidanza mi sottoposi alla vecchia terapia con interferone più ribavirina che tollerai abbastanza bene anche se non fu affatto una passeggiata, anzi, c’erano stanchezza, astenia, senso di vuoto etc. Fu pesante continuare a condurre la solita vita assolvendo agli impegni familiari e lavorativi. A fronte di tutto questo sforzo, gli esiti sperati non arrivarono e fui classificata come una “non responder“, cioè persona non rispondente alla terapia. Ci rimasi davvero male anche perché devo dire che, ancora oggi, a livello psicologico non ho ancora accettato del tutto il mio stato di malata di questo tipo di malattia. Poco dopo il fallimento terapeutico mi venne un’ernia iatale. Anche se non so se si possa dimostrare una relazione diretta tra terapia e ernia iatale, io la considero una sua eredità. Negli anni ho tenuto sotto controllo il virus con accertamenti diagnostici nell’attesa di una agognata nuova terapia che potesse essere finalmente efficace per me.

Figuratevi lo stupore e la gioia che mi hanno colto quando finalmente, dopo tanti anni, sono venuta a sapere delle nuove cure! Finalmente mi sarei liberata del fardello che mi opprime sia fisicamente sia psicologicamente!

Leggi l’intero articolo: http://www.saluteinternazionale.info/2016/09/epatite-c-la-latitanza-della-politica/#respond

 

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